Riepilogo post nella categoria Sicurezza Informatica

Nel contesto delle piccole e medie imprese italiane, è purtroppo comune assistere a una gestione - per così dire - "informale" dell’infrastruttura IT. Spinti da logiche di risparmio a breve termine o da una percezione distorta del valore del supporto tecnologico, molti imprenditori si affidano a figure prive di specializzazione per la gestione di componenti critici del proprio sistema informativo. Una scelta che, a fronte di un’apparente convenienza iniziale, può trasformarsi in un rischio sistemico concreto e in un costo elevato per l’azienda.

Sto parlando del famoso "cugino" che si occupa di informatica, il "sedicente tecnico" che "sa come funziona", o il Dipendente che "ha fatto un corso online" non sono figure professionali in grado di garantire un’infrastruttura IT sicura, performante e conforme alle normative vigenti.

La gestione dell’IT richiede competenze specifiche, aggiornamento continuo e una visione d’insieme che solo un professionista esperto può fornire.

Il falso risparmio delle scelte basata sul costo e non sul valore

Affidare la gestione della propria infrastruttura IT a personale non certificato o a risorse improvvisate può sembrare una soluzione funzionale nel breve termine. Tuttavia, i danni che derivano da configurazioni errate, manutenzioni inadeguate o assenza di policy di sicurezza strutturate si manifestano inevitabilmente, sotto forma di blocchi operativi, vulnerabilità, violazioni normative o perdita di dati. Come illustrato nel mio profilo professionale, ritengo che una gestione IT competente sia da considerarsi una colonna portante dell’affidabilità e della continuità aziendale.

Sicurezza informatica: un settore che non ammette approssimazioni

L’ecosistema delle minacce informatiche evolve quotidianamente. Ogni componente dell’infrastruttura – dal sistema operativo, al server web, fino ai database – rappresenta un potenziale vettore d’attacco se non correttamente configurato e mantenuto. Ad esempio, personale operativo (o collaboratori esterni) non aggiornato/i sulle vulnerabilità CVE, sulle buone pratiche di hardening dei sistemi o sulle tecniche di contenimento del danno (es. segmentazione della rete, policy di accesso minimi privilegi) non sono in grado di offrire un livello di protezione accettabile.

Il rischio? Intrusioni, ransomware, esposizione di dati personali, e violazioni gravi della normativa GDPR o NIS2, oltre che inefficienza, codice sorgente non mantenibile (o che funziona solo su una ed una sola specifica configurazione sistemistica), e reputazione aziendale compromessa. Questi scenari non sono ipotesi teoriche, ma incidenti documentati con cadenza quotidiana. Se la sicurezza dei tuoi dati ti preoccupa e vuoi una valutazione professionale della tua situazione, non esitare a contattarmi per una consulenza specializzata.

Hai bisogno di un esempio recente e concreto? Basta leggere cosa è successo ad Eprice per rendersi conto di quanto possa essere devastante un attacco informatico. Tempi recenti, stiamo parlando del 30 Marzo 2025.

Efficienza operativa e ottimizzazione: l’IT come vettore di produttività

Una gestione inefficiente delle risorse IT porta, inevitabilmente, a rallentamenti, downtime non pianificati, e scarsa reattività nel gestire le criticità. Questi problemi impattano direttamente sulla produttività interna, impedendo ai dipendenti di lavorare in modo fluido e interrompendo attività core aziendali. La mancanza di una visione d’insieme su rete, storage, sistema informativo e software gestionali porta a "silos tecnologici", configurazioni incoerenti e carenze strutturali.

Un’infrastruttura ottimizzata richiede competenze trasversali: networking, cybersecurity, automazione, scripting, monitoring. Solo un professionista esperto è in grado di coniugare performance e sicurezza, adottando strumenti avanzati come backup incrementali off-site, containerizzazione delle applicazioni, e automazione delle patch di sistema.

Perdita di dati: un rischio inaccettabile

La perdita di dati, parziale o totale, è uno degli scenari più temuti – e, purtroppo, più frequenti – tra le PMI con infrastrutture non gestite professionalmente. L’assenza di strategie strutturate di backup e disaster recovery espone l’azienda a rischi altissimi, spesso non coperti nemmeno da assicurazioni informatiche o piani di continuità operativa.

Un professionista progetta soluzioni di backup distribuite (on-premises e cloud), automatizzate, monitorate e testate periodicamente. L’obiettivo non è solo salvare i dati, ma garantirne la restituibilità certa in tempi definiti (Recovery Time Objective) e in modalità funzionali (Recovery Point Objective).

Peraltro, la perdita di dati, se facenti parte il (vasto) mondo di quelli sensibili, può portare a sanzioni pesanti in caso di violazione del GDPR. La gestione dei dati deve essere una priorità assoluta, e non un aspetto secondario.

Scalabilità: l’infrastruttura deve crescere con la tua azienda

Un altro limite della gestione IT non specializzata è l’impossibilità di progettare sistemi scalabili. Molti ambienti crescono in modo disordinato: server sovraccarichi, applicazioni legacy non manutenute, assenza di strumenti di orchestrazione o monitoring. Questo scenario frena l’adozione di nuove tecnologie, impedisce l’integrazione con fornitori esterni e rende vulnerabili anche le semplici espansioni di business.

O peggio, PMI che basano il loro core business su infrastrutture IT dedicando meno del 1% del fatturato a questo aspetto. Un errore che può costare caro, in termini di downtime, perdita di dati, inefficienza operativa e, in ultima analisi, reputazione aziendale.

Una progettazione moderna dell’infrastruttura deve essere modulare, ridondata, osservabile e predisposta alla crescita. Un contractor esperto sa valutare i carichi attuali, prevedere i trend futuri, e proporre soluzioni scalabili: da un’infrastruttura ibrida (cloud + locale) fino alla containerizzazione delle applicazioni mission-critical.

Conformità: un aspetto tecnico e legale da non trascurare

Il panorama normativo europeo impone standard sempre più stringenti in materia di protezione dei dati e gestione dell’infrastruttura informatica. Il GDPR, la Direttiva NIS2, e in prospettiva il Cyber Resilience Act, definiscono obblighi chiari per le aziende: logging, tracciabilità, protezione dei dati, continuità del servizio.

Un’implementazione approssimativa dell’IT – senza sistemi di auditing, senza aggiornamenti regolari, senza gestione degli accessi privilegiati – espone l’azienda a sanzioni anche molto rilevanti. Un professionista esperto non solo conosce queste normative, ma è in grado di integrare strumenti e policy che rendono il sistema conforme e verificabile.

Riguardo la Compliance NIS2, ho redatto una campagna divulgativa molto dettagliata nominata NIS2 Awareness - Dettagli tecnico/operativi sulla Direttiva UE 2022/2555. Dedica un pò del tuo tempo a prendere consapevolezza sull'argomento: è vitale per il tuo business, anche se la tua azienda non dovesse rientrare nel campo d'applicazione normativo.

Il ruolo strategico del Contractor IT: più di un tecnico, un alleato

Affidarsi a un contractor esperto non significa semplicemente “delegare i problemi tecnici”, ma costruire un rapporto strategico. Un professionista qualificato offre competenze trasversali, aggiornamento continuo, esperienza sul campo e visione d’insieme.

Un contractor professionista può:

  • Eseguire un audit tecnico completo: Identificare lacune nella sicurezza, nella configurazione dei sistemi, nelle pratiche operative.
  • Progettare un'infrastruttura su misura: Proporre architetture coerenti, stabili, con ambienti di test, staging e produzione ben separati.
  • Automatizzare attività ripetitive: Ridurre l’errore umano e migliorare la coerenza operativa tramite strumenti come Ansible, Puppet o shell scripting avanzato.
  • Introdurre sistemi di monitoraggio e alerting: Grazie a stack come Prometheus + Grafana o soluzioni come Zabbix, Nagios, Uptime Kuma.
  • Definire policy di sicurezza: Firewall ben configurati, autenticazione a due fattori (2FA), segmentazione VLAN, gestione accessi privilegiati (PAM).
  • Implementare logica di business continuity: Sistemi di failover, backup distribuiti, piani di recovery documentati e testabili.
  • Formare e supportare il personale: L’IT non si ferma all’infrastruttura. Un contractor competente supporta anche i processi aziendali.

L’approccio improvvisato non è compatibile in nessun settore

L’idea che “basta far funzionare i computer” è oggi una visione superata. L’IT è un abilitatore di business. Supporta le vendite, la produzione, la gestione amministrativa, le relazioni con i clienti. Trattarlo come un elemento secondario o accessorio significa mettere in pericolo la stabilità dell’intero ecosistema aziendale.

Ad esempio, solo per citare uno dei numerosi aspetti, come ho illustrato in questo articolo dedicato al codice obsoleto, l’accumulo di decisioni tecniche scorrette nel tempo – il cosiddetto debito tecnico – si paga con interessi sempre più salati. Una gestione professionale, invece, agisce in ottica predittiva e sistemica, riducendo i rischi prima che si manifestino e creando le condizioni per una crescita sostenibile.

Investi nella professionalità: una scelta che fa la differenza

In un mercato competitivo e ad alta intensità tecnologica, la qualità della tua infrastruttura IT è un vantaggio competitivo reale. Non è più sufficiente che “tutto funzioni”; serve che funzioni bene, in modo sicuro, scalabile, manutenibile e conforme alle normative. E questo richiede professionalità.

Non lasciare che l’improvvisazione tecnica ostacoli la crescita della tua azienda. Se sei pronto a fare il salto di qualità e a dare alla tua infrastruttura IT la professionalità che merita, non esitare a contattarmi per una chiacchierata senza impegno. Insieme possiamo costruire un futuro digitale solido e sicuro per la tua azienda.

Se la tua attività si fonda su una qualsiasi applicazione con backend PHP sviluppata anni fa, è possibile che tu stia ignorando un rischio latente ma estremamente pericoloso: l’impiego di codice PHP obsoleto. Le versioni non più supportate del linguaggio PHP costituiscono una minaccia concreta alla stabilità, sicurezza e scalabilità dell’intera infrastruttura digitale. Eppure, molte piccole e medie imprese, focalizzate sulla gestione operativa e sui risultati immediati, tendono a procrastinare gli aggiornamenti software, considerandoli secondari o addirittura superflui.

Sottovalutare questo aspetto può tradursi in una serie di problematiche critiche che compromettono l’efficienza del tuo business, danneggiano la reputazione aziendale e ne minano la competitività nel medio-lungo termine.

Un Patrimonio tecnologico obsoleto: una bomba a orologeria

L’utilizzo di vecchie versioni di PHP come 4.x o 5.x equivale, in termini tecnologici, a gestire un’infrastruttura mission-critical con strumenti non più adeguati ai tempi. PHP 4 è stato rilasciato nel 2000, PHP 5 nel 2004, e l’ultima versione della serie 5 (5.6) ha ricevuto l’ultimo aggiornamento di sicurezza nel dicembre 2018. Dal punto di vista della manutenzione software, questo significa che qualsiasi vulnerabilità scoperta successivamente rimane non corretta e potenzialmente sfruttabile.

Utilizzare codice basato su questi runtime equivale a operare con un software insicuro, inefficiente e non conforme agli standard moderni. È l’equivalente di mantenere in produzione un sistema operativo come Windows XP nel 2025: tecnicamente possibile, ma fortemente sconsigliato.

Ecco una tabella riepilogativa delle versioni PHP e dei loro cicli di vita (le date della "ultima versione" per le versioni dalla 8.1 in poi possono variare, sono state riportate quelle valide al momento della scrittura):

VersioneData di rilascioSupporto attivoSupporto sicurezzaUltima versione
8.421 novembre 2024Fino al 31 dicembre 2026Fino al 31 dicembre 20288.4.6 (10 aprile 2025)
8.323 novembre 2023Fino al 31 dicembre 2025Fino al 31 dicembre 20278.3.20 (10 aprile 2025)
8.28 dicembre 2022Terminato il 31 dicembre 2024Fino al 31 dicembre 20268.2.28 (13 marzo 2025)
8.125 novembre 2021Terminato il 25 novembre 2023Fino al 31 dicembre 20258.1.32 (13 marzo 2025)
8.026 novembre 2020Terminato il 26 novembre 2022Terminato il 26 novembre 20238.0.30 (3 agosto 2023)
7.428 novembre 2019Terminato il 28 novembre 2021Terminato il 28 novembre 20227.4.33 (3 novembre 2022)
7.36 dicembre 2018Terminato il 6 dicembre 2020Terminato il 6 dicembre 20217.3.33 (18 novembre 2021)
7.230 novembre 2017Terminato il 30 novembre 2019Terminato il 30 novembre 20207.2.34 (1 ottobre 2020)
7.11 dicembre 2016Terminato il 1 dicembre 2018Terminato il 1 dicembre 20197.1.33 (24 ottobre 2019)
7.03 dicembre 2015Terminato il 4 gennaio 2018Terminato il 10 gennaio 20197.0.33 (10 gennaio 2019)
5.628 agosto 2014Terminato il 19 gennaio 2017Terminato il 31 dicembre 20185.6.40 (10 gennaio 2019)
5.520 giugno 2013Terminato il 10 luglio 2015Terminato il 21 luglio 20165.5.38 (21 luglio 2016)
5.41 marzo 2012Terminato il 14 settembre 2014Terminato il 14 settembre 20155.4.45 (3 settembre 2015)
5.330 giugno 2009Terminato il 30 giugno 2011Terminato il 14 agosto 20145.3.29 (14 agosto 2014)
5.22 novembre 2006Terminato il 2 novembre 2008Terminato il 6 gennaio 20115.2.17 (6 gennaio 2011)
5.124 novembre 2005Terminato il 24 agosto 2006Terminato il 24 agosto 20065.1.6 (24 agosto 2006)
5.013 luglio 2004Terminato il 5 settembre 2005Terminato il 5 settembre 20055.0.5 (5 settembre 2005)

Come si può dedurre da questa tabella, qualsiasi versione di software che è basato su backend PHP con versioni inferiori alla 8.0 è già obsoleta. Questo significa che non riceve più aggiornamenti di sicurezza e che qualsiasi vulnerabilità nota non verrà mai corretta. Inoltre, il supporto di sicurezza a PHP 8.2 terminerà a fine 2026, che è una data tecnologicamente "dietro l'angolo".

Sicurezza compromessa: il rischio di attacchi informatici e furto di dati

L’aspetto più allarmante dell’utilizzo di PHP obsoleto è la sicurezza. Le vecchie versioni del linguaggio non sono più coperte da aggiornamenti ufficiali, nemmeno per falle critiche. Questo espone la tua infrastruttura a exploit già noti e documentati, che possono essere facilmente identificati e utilizzati da attaccanti automatizzati o mirati.

Vulnerabilità come SQL Injection, Remote Code Execution (RCE), Cross-Site Scripting (XSS), o Remote File Inclusion (RFI) diventano pericolosamente semplici da sfruttare in ambienti che non adottano contromisure aggiornate. A livello pratico, ciò può significare:

  • Esfiltrazione di dati personali dei clienti (violando il GDPR)
  • Accesso non autorizzato a dati sensibili interni
  • Compromissione di interi server (pivoting)
  • Inserimento di malware o script malevoli (cryptojacking, phishing)
  • Utilizzo dell’infrastruttura come base per attacchi DDoS

Se desideri approfondire il mio background e capire come posso aiutarti a proteggere la tua attività, non esitare a visitare la mia pagina.

Performance lente e user experience negativa

Le versioni moderne di PHP, a partire dalla 7.0 fino alle recenti iterazioni della serie 8.x, includono importanti ottimizzazioni dell’engine Zend. PHP 7, per esempio, ha introdotto un motore di esecuzione due volte più veloce rispetto a PHP 5.6 in scenari reali. PHP 8 ha ulteriormente migliorato i tempi di esecuzione introducendo il compilatore Just-In-Time (JIT), che permette ottimizzazioni run-time avanzate.

Un sito lento non solo frustra gli utenti finali, ma ha effetti diretti sul posizionamento SEO. Google tiene in forte considerazione la velocità di caricamento nei suoi algoritmi di ranking. Inoltre, le performance degradate si traducono in tassi di conversione inferiori, maggior frequenza di rimbalzo e minore permanenza sul sito.

Un’architettura moderna è fondamentale per garantire tempi di risposta ridotti, interazioni fluide e una percezione positiva da parte degli utenti. Se le performance del tuo sito web ti preoccupano e vuoi capire come ottimizzarle, non esitare a contattarmi per una consulenza mirata.

Costi di manutenzione elevati e scarsa compatibilità

Un altro aspetto spesso trascurato riguarda la manutenzione del codice. Le tecnologie obsolete richiedono competenze sempre più rare, e trovare sviluppatori disposti a lavorare su stack datati può risultare costoso e poco produttivo. Il codice legacy spesso non segue pratiche moderne come la separazione delle responsabilità, l’utilizzo di framework MVC o l’adozione di test automatizzati, rendendo ogni intervento più rischioso e time-consuming.

Inoltre, i sistemi costruiti su PHP 5.x tendono ad avere una forte dipendenza da librerie deprecate o da estensioni non più supportate (ad esempio mysql_ invece di PDO o mysqli). Questo comporta gravi limitazioni:

  • Incompatibilità con ambienti di hosting moderni
  • Impossibilità di integrare API RESTful moderne
  • Blocco nello sviluppo di funzionalità AJAX o React-based
  • Difficoltà nel passaggio al paradigma OOP contemporaneo

L'aggiornamento come investimento strategico

Aggiornare a una versione moderna di PHP (idealmente PHP 8.1 o superiore) non è solo una decisione tecnica, ma un passo strategico. I benefici si estendono ben oltre l’aspetto prestazionale, influenzando ogni livello dell’infrastruttura:

  • Maggiore Sicurezza: Le ultime versioni ricevono patch regolari per vulnerabilità note, offrendo una base solida e sicura.
  • Performance Ottimali: Miglior uso della memoria, riduzione dei tempi di esecuzione, miglioramento della scalabilità.
  • Compatibilità con le Tecnologie Moderne: Possibilità di utilizzare framework come Laravel, Symfony, e strumenti DevOps moderni.
  • Minore Debito Tecnico: Più facilità nel refactoring, testing e manutenzione del codice.
  • Conformità Normativa: Il GDPR, la direttiva NIS2 e altre normative europee implicano l’obbligo di mantenere software aggiornato e sicuro.

Il costo iniziale dell’aggiornamento viene ampiamente compensato nel tempo da minori costi di manutenzione, riduzione dei downtime e maggiori opportunità di evoluzione digitale.

Riguardo la Compliance NIS2, ho redatto una campagna divulgativa molto dettagliata nominata NIS2 Awareness - Dettagli tecnico/operativi sulla Direttiva UE 2022/2555. Dedica un pò del tuo tempo a prendere consapevolezza sull'argomento: è vitale per il tuo business, anche se la tua azienda non dovesse rientrare nel campo d'applicazione normativo.

Non sottovalutare il debito tecnico

Il concetto di technical debt (debito tecnico) rappresenta l’accumulo di compromessi tecnici nel tempo. Lasciare codice obsoleto in produzione, rimandando costantemente interventi strutturali, è una forma silente ma insidiosa di debito tecnico. A ogni aggiornamento mancato, il costo per tornare in carreggiata cresce esponenzialmente.

Ad esempio, se un’applicazione PHP non è stata aggiornata per oltre 5 anni, il rischio è di dover riscrivere ampie porzioni di codice. Alcune funzioni potrebbero non esistere più, la sintassi potrebbe non essere più compatibile e i test automatici (se presenti) potrebbero risultare inutilizzabili. Il risultato? Interventi complessi, lunghi e costosi, con il rischio di introdurre regressioni funzionali.

Affrontare il debito tecnico richiede una visione d’insieme, la definizione di priorità e una roadmap strutturata di aggiornamento progressivo. Questo approccio riduce il rischio di interruzione dei servizi e permette di migrare in sicurezza anche sistemi legacy complessi.

Un approccio professionale e personalizzato

Il refactoring di codice PHP legacy richiede esperienza, metodologia e una visione olistica. Non è sufficiente riscrivere pezzi di codice: è necessario comprendere l’architettura esistente, valutare le dipendenze, pianificare test di regressione e garantire la compatibilità con i sistemi in uso.

A differenza di molte agenzie che propongono “pacchetti standardizzati” per aggiornare il codice, la mia metodologia si basa su una consulenza approfondita e personalizzata. Come spiego nella mia pagina "Chi Sono", il mio approccio prevede:

  1. Analisi del Codice Sorgente: Identificazione delle criticità, delle dipendenze e dei punti di rischio.
  2. Audit di Sicurezza: Verifica di potenziali falle o configurazioni insicure.
  3. Roadmap di Aggiornamento: Piani incrementali per passaggi intermedi (es. PHP 5.6 → 7.4 → 8.1).
  4. Test Automatizzati e Manuali: Validazione funzionale e controllo qualità post-migrazione.
  5. Documentazione e Formazione: Supporto al team interno per garantire la continuità operativa.

Il tuo Partner per la trasformazione digitale

Il codice legacy non deve essere un ostacolo, ma una base da cui ripartire per una trasformazione digitale consapevole e sostenibile. Aggiornare PHP non significa solo evitare problemi, ma anche aprire le porte a nuove opportunità: microservizi, API RESTful, sistemi cloud-native, containerizzazione con Docker e orchestrazione con Kubernetes.

Un’infrastruttura aggiornata permette di:

  • Automatizzare i deployment tramite CI/CD
  • Ridurre i tempi di sviluppo grazie a strumenti moderni
  • Integrare servizi esterni con maggiore semplicità
  • Offrire una user experience al passo coi tempi

Se sei pronto a investire nel futuro della tua azienda e a mettere in sicurezza la tua infrastruttura web, non esitare a contattarmi per una consulenza approfondita. Insieme possiamo trasformare il tuo debito tecnico in un’opportunità concreta di crescita, innovazione e resilienza digitale.

Sono un Senior Backend Developer e System Administrator, con competenze approfondite in Cyber Security e messa in sicurezza di infrastrutture complesse. Ho maturato un’esperienza pluriennale nel campo della consulenza informatica su misura, operando su più livelli dello stack informatico: dallo sviluppo di soluzioni software tailor-made, alla gestione di sistemi Cloud aziendali nella sua interezza, specialmente in contesti ove l'hardening sistemistico è una priorità di etica più che di normativa, e vanto notevole esperienza in ambito di database security, risk assessment e incident response.

Lavoro sia in contesti Cloud che on-premises, adottando metodologie di Continuous Integration e Continuous Deployment per garantire cicli di rilascio rapidi e sicuri, in linea con le best practice previste dagli standard ISO/IEC 27001 e con i requisiti NIS2 in termini di sicurezza dei servizi essenziali.

Mi appassiona l’idea di fornire soluzioni integrate: dalla progettazione del software con metodi Secure by Design, all’hardening sistemistico basato su best practice ISO/IEC 27001, fino alla formazione del personale. Credo infatti che la sicurezza non sia solo una questione tecnica, ma anche culturale e organizzativa.


Competenze Tecniche Principali

Nel mio blog, divulgo contenuti tecnici e best practice su Cyber Security, DevOps e Compliance, con particolare attenzione alla Direttiva NIS2 e alle sue implicazioni per le aziende, in una collana di articoli denominata NIS2 Awareness.

  1. NIS2: Obblighi, Scadenze e Strategie per la Sicurezza Aziendale
  2. NIS2 Explained: Cybersecurity Compliance for European Organizations
  3. Conformità NIS2: Il Ruolo Strategico del Consulente Cybersecurity
  4. Competenze Tecniche e Sicurezza IT: Un Approccio Integrato alla Conformità NIS2
  5. Esigenze di Business e Affidabilità Tecnologica nell'Era Digitale

Mi piace pensare alle competenze tecniche come a un insieme organico di conoscenze, esperienze e metodologie che si combinano per dare forma a soluzioni concrete nel campo dell’Information Technology. In un contesto dove la Direttiva NIS2 assume un ruolo centrale per definire regole di sicurezza e requisiti di affidabilità, non è sufficiente conoscere alcuni strumenti isolati: è fondamentale avere una visione d’insieme, in cui ciascun tassello tecnologico si integra con gli altri per perseguire obiettivi comuni. Questa integrazione va oltre la scelta di un linguaggio di programmazione o di una piattaforma cloud; si estende al modo in cui progettiamo l’infrastruttura, all’attenzione che riponiamo nella fase di rilascio e monitoraggio, fino a come coinvolgiamo il personale attraverso programmi di formazione e sensibilizzazione.

Hai bisogno di un consulente informatico esperto in materia di Cyber Security? Contattami.

Linguaggi e Backend

Opero con diversi linguaggi e framework in modo trasversale, in particolare:

  • PHP (OOP, Laravel, Symfony)
  • Node.js e TypeScript
  • Python (scripting di sicurezza, automazioni, machine learning di base)
  • Java (microservizi, applicazioni enterprise)

Container, Cloud & DevSecOps

Ho un approccio DevSecOps, il che significa che la sicurezza viene integrata fin dalle prime fasi di sviluppo e rilascio del software. In particolare:

  • Docker e orchestrazione con Kubernetes per ambienti cloud e on-premises.
  • CI/CD con tool come Jenkins, GitLab CI e GitHub Actions.
  • Automazione e provisioning tramite Ansible o Terraform.
  • Conoscenza di AWS, Azure e Google Cloud, con focus su sicurezza (WAF, VPN, IAM, load balancing).

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Sistemistica e Hardening

La mia esperienza sistemistica si è consolidata su:

  • Linux (Debian, Ubuntu, Red Hat, Alma Linux) con focus su SELinux/AppArmor, patch management, firewall, VPN
  • Identity & Access Management (configurazione SSO, MFA, RBAC)
  • Infrastructure as Code (gestione e provisioning automatizzato di ambienti)
  • Intrusion Detection (Snort, Suricata), SIEM (Elastic Stack, Splunk)
  • Approccio a Zero Trust Architecture e Network Segmentation per ridurre al minimo la superficie di attacco.

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Data Security & Database

Gestisco database MySQL e PostgreSQL in scenari enterprise, occupandomi di replica, sharding e backup avanzati. Ho esperienza nella realizzazione di Data Lake scalabili integrati con soluzioni NoSQL (MongoDB, Cassandra, ElasticSearch), garantendo la cifratura dei dati a riposo e in transito, e implementando politiche di data classification e data retention.

  • MySQL, PostgreSQL (gestione di database enterprise, replica, sharding, backup avanzati, crittografia)
  • Data Lake (progettazione, integrazione con NoSQL – MongoDB, Cassandra, ElasticSearch)
  • Cifratura dei dati a riposo e in transito (TLS, SSL)
  • Data Retention & Data Classification (politiche di conservazione e classificazione dei dati sensibili)

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Cyber Security & Direttiva NIS2

La Direttiva NIS2 è il punto focale dei miei progetti in materia di compliance. Mi occupo di:

  • Secure Coding & DevSecOps: integrazione di analisi statiche e dinamiche (SAST, DAST) nelle pipeline CI/CD
  • Risk Assessment: analisi di vulnerabilità, definizione piani di remediation e risk management in linea con NIS2
  • Incident Response: definizione di procedure di patching e coordinamento con i team di sicurezza per incidenti gravi
  • Business Continuity & Disaster Recovery: piani di backup, DR site, HA & fault-tolerant architectures
  • Supply Chain Security: controllo dei fornitori (SLA di sicurezza, contratti, validazione librerie terze parti, SBOM)
  • Formazione Aziendale: progettazione di percorsi di cyber hygiene, simulazioni di attacchi di ingegneria sociale (phishing, pretexting)

Punti di Forza

  • Visione End-to-End: Ho una conoscenza che spazia dal backend development all’hardening sistemistico, il che consente soluzioni integrate e coerenti.
  • Formazione & Cyber Hygiene: Credo in una forte componente di awareness e training del personale, chiave per minimizzare il rischio di errori umani.
  • Adesione agli Standard di Riferimento: Faccio riferimento a OWASP Top 10, ISO/IEC 27001, NIST CSF e ovviamente alla normativa NIS2.
  • Orientamento al Rischio: Preferisco un approccio basato sulla valutazione del rischio (risk-based), in modo da concentrare risorse e budget dove serve davvero.

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Esperienza Rilevante per l’Adeguamento NIS2

Nel corso delle mie collaborazioni, ho avuto modo di effettuare una mappatura dei servizi essenziali all’interno di diverse realtà aziendali, identificando gli asset strategici e allestendo politiche di sicurezza in linea con gli obblighi della Direttiva. Ho curato l’hardening sistemistico di ambienti Linux, introducendo regole di firewall, VPN e segmentazione di rete per isolare sistemi critici, e ho supportato l’adozione di procedure di backup e Disaster Recovery con obiettivi RTO/RPO in linea con le aspettative di business.

A livello DevSecOps, ho integrato scanner di sicurezza (SAST, DAST) nelle pipeline CI/CD, riducendo sensibilmente i tempi di rilevamento delle vulnerabilità. Questo approccio mi ha permesso di affrontare al meglio gli obblighi di testing e valutazione previsti dalla NIS2, promuovendo anche la formazione del personale tecnico su come interpretare i risultati dei test e applicare tempestivamente le patch.

  1. Analisi e Mappatura dei Servizi Essenziali

    • Identificazione degli asset critici e dei servizi core su cui la Direttiva NIS2 impone misure più stringenti.
    • Catalogazione delle dipendenze e definizione di Service Level Objectives (SLO) in ottica di sicurezza.
  2. Sviluppo di Policy e Procedure di Sicurezza

    • Stesura di policy aziendali (IT Security Policy, Access Control Policy, Data Classification Policy, ecc.) in conformità alle linee guida NIS2 e agli standard ISO/IEC 27001.
    • Redazione di Procedure Operative a supporto del personale tecnico (patch management, change management).
  3. Hardening Sistemi e Reti

    • Configurazione avanzata di sistemi Linux (SELinux, AppArmor, firewall) e servizi (DNS, web server) per minimizzare la superficie d’attacco.
    • Segmentazione di rete (DMZ, VLAN, jump host) e Zero Trust per isolare porzioni critiche dell’infrastruttura.
  4. Implementazione Misure di Compliance NIS2

    • DevSecOps: introduzione di scanning automatici (SAST/DAST/IAST) nelle pipeline, con test di sicurezza a ogni rilascio.
    • Encryption in-transit e at-rest per dati sensibili (TLS 1.3, crittografia dischi e backup).
    • Audit Logging e Monitoring continuo su infrastrutture cloud e on-premise.
  5. Risk Assessment e Incident Response

    • Esecuzione di vulnerability assessment regolari e prioritizzazione delle patch.
    • Creazione di procedure di incident response (IRP), definizione dei ruoli (CSIRT interno/esterno) e simulazioni di attacco (tabletop exercises).
  6. Business Continuity e Disaster Recovery

    • Definizione di piani di BC/DR in ottica NIS2, con obiettivi RTO e RPO ben delineati.
    • Configurazione di ambienti HA (clustering, load balancer) e test periodici di ripristino dei servizi.
  7. Supply Chain Security

    • Verifica dell’affidabilità dei fornitori, introduzione di contratti e SLA di sicurezza (obblighi di notifica e standard minimi).
    • Adozione di tool e metodologie per la validazione di componenti open source (SBOM, policy di code signing).
  8. Formazione e Cyber Hygiene

    • Percorsi formativi su phishing, malware, best practice di sicurezza per personale non tecnico e team IT.
    • Produzione di manuali e video tutorial incentrati sulle misure minime richieste da NIS2 (autenticazione robusta, gestione sicura delle password, classificazione dei dati).

Hai bisogno di un consulente informatico esperto in materia di Cyber Security? Contattami.


Approccio all’Adeguamento NIS2

Preferisco un metodo iterativo che parta da una Gap Analysis e arrivi a un Piano di Implementazione ben definito. La sicurezza, secondo me, non è un singolo progetto ma un processo continuo, perciò insisto molto sulla revisione periodica e sulla formazione costante del personale. In questo contesto, curo anche l’aspetto legato alla supply chain, integrando contratti e SLA di sicurezza con i fornitori, e monitorando nel tempo la loro conformità.

  1. Gap Analysis: analisi dell’infrastruttura, dei processi e delle competenze esistenti per identificare le lacune rispetto alle prescrizioni NIS2 (Art. 21, 23).
  2. Piano di Remediation: definizione di priorità e tempi di esecuzione per garantire la messa a norma in modo graduale.
  3. Implementazione Tecnica: hardening dei sistemi, introduzione di controlli di sicurezza (WAF, IDS/IPS, SSO, MFA, network segmentation).
  4. Formazione del Personale: workshop e sessioni pratiche per aumentare la consapevolezza delle minacce e la capacità di risposta agli incidenti.
  5. Monitoraggio & Testing: esecuzione periodica di audit e pentest per verificare l’efficacia delle misure adottate e rispondere agli obblighi di testing previsti dalla NIS2 (Art. 21(2)(g)).
  6. Manutenzione Continua: aggiornamento costante di documentazione, procedure e soluzioni tecniche in funzione dell’evoluzione delle minacce e delle novità normative.

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Riepilogo Punti di Forza

  • Competenza Trasversale: dalla progettazione di architetture backend sicure, all’hardening sistemistico, fino allo sviluppo di policy e procedure in linea con le normative europee.
  • Esperienza con Ambienti Cloud & On-Prem: configurazione di infrastrutture ibride e multi-cloud, con focus su sicurezza (IAM, WAF, logging).
  • Adozione di Standard e Best Practice: ISO/IEC 27001, OWASP Top 10, NIST CSF, e allineamento alle prescrizioni NIS2.
  • Formazione e Cyber Hygiene: abitudine a condurre percorsi formativi e di awareness, con simulazioni di attacco e monitoraggio risultati.
  • Orientamento al Rischio: capacità di mappare gli asset critici e implementare un risk-based approach per concentrare gli sforzi sulle aree a maggior impatto.

Grazie a una visione integrata di sviluppo backend, cybersecurity e compliance normativa, offro consulenza specializzata per l’adeguamento ai requisiti NIS2, accompagnando le aziende in tutte le fasi: analisi del rischio, definizione delle policy, implementazione tecnica e formazione del personale.

Attenzione! Questo contenuto è vecchioQuesto articolo risale al 2017, quindi i contenuti e le operazioni qui consigliate potrebbero essere diventate obsolete nel corso del tempo.

Nei lontani anni 80, le password erano qualcosa che la maggior parte degli esseri umani non conosceva proprio come concetto. Oggigiorno, pensateci un attimo, avete una password per praticamente qualsiasi cosa legato al mondo tecnologico, dei computer, dei pagamenti, della previdenza sociale, e chissà per quanti altri utilizzi.

Purtroppo però, le password non vengono utilizzate in maniera corretta dalla maggior parte degli utenti. Vengono talvolta viste addirittura come una scocciatura, un passaggio in più prima di raggiungere l'obiettivo, che sia un login o un accesso ad un sistema gestionale. In realtà il concetto di password - e più in generale di crittografia - è cruciale, e permette a tutti quanti di poter avere una vita sui social, un conto in banca, un sistema di pagamento sempre a disposizione.

Ora, soffermiamoci un attimo sul concetto di password, collegato ad un presumibile account su un forum che chiameremo, senza molta fantasia, Voragine. Faremo finta, in questo viaggio, di essere "Aldo", un utente medio di internet.

Aldo si è iscritto su Voragine circa 8 anni fa, creando un nuovo utente "aldo.rossit" con password "13gennaio1978". Aldo è assiduo frequentatore di questo forum, e funziona sempre tutto alla perfezione.

Nel frattempo, in questi 8 anni, Aldo si è reso conto che la password "13gennaio1978" è veramente facile da ricordare, ed è molto compiaciuto con se stesso della difficoltà della sua password, che comprende lettere e numeri. Quindi, compiaciuto, Aldo comincia ad utilizzare la stessa password per molti altri servizi online. Adesso Aldo ha un account di Facebook, uno di Twitter, un indirizzo email su Gmail, e svariate altre utenze su siti ecommerce che utilizzano la stessa password. Aldo si registra dappertutto, inoltre, utilizzando sempre lo stesso indirizzo mail di Gmail, "[email protected]", creato con la password "13gennaio1978" di prima.

Ora, fermiamoci un secondo, analizzando criticamente la questione, e poniamola a confronto su qualcosa di più concreto rispetto ad una "password" e un "nome utente". Aldo si sta comportando come se, in tanti anni, avesse dato le proprie chiavi di casa ( con l'indirizzo di casa propria scritto sopra ) a tanti amici, senza mai cambiare la serratura di casa.

Ma chi ci garantisce che, ammessa la buona fede dei suoi amici, e ammesso che la porta di casa di Aldo è difficile da scassinare, un ladro non vada proprio a rubare in casa di un suo amico? Se così fosse, e questo ladro riuscisse a trovare le chiavi di casa di Aldo, sarebbero guai seri.

Fondamentalmente, nel mondo del web, funziona alla stessa identica maniera. Aldo sta condividendo tra più amici la stessa identica chiave di casa. Cosa significa questa affermazione?

Quando Aldo si registrò su Voragine 8 anni fa, non sapeva che Voragine usava un sistema per "conservare" le password che non era stato pensato per evitare i ladri. Nel nostro esempio di prima, è come se gli amici di Aldo, che stavano conservando le chiavi di casa di Aldo in casa loro, stessero tenendo appunto le chiavi in un luogo davvero banale e troppo semplice da individuare. Portato questo esempio nel mondo della tecnologia attuale, invece, ogni "sito web" / applicazione / social dove è possibile inserire un username e una password, ha alla base un sistema informatico che deve per forza di cose conservare l'account da qualche parte, spesso all'interno di un database, assieme a tutti gli altri dati sensibili del'account in questione. Quando si effettua un login, il sistema informatico controlla lo username inserito, e se la password "combacia" con quella appena scritta, allora è permesso entrare.

Il punto focale della questione è nella frase "se la password combacia con quella appena scritta". Molti utenti non sanno che le password sono conservate "in chiaro", cioè non decifrate, all'interno dei database dei siti su cui si effettua registrazione. Questo vuol dire che sia gli amministratori dei siti web, sia i programmatori che ci lavorano all'interno, possono leggere le password specificate in fase di registrazione. E se gli amministratori e i programmatori possono avere accesso a queste informazioni in lettura, lo possono fare purtroppo anche malintenzionati hacker che dovessero mettere le mani su questi database pieni di credenziali di accesso.

Questa pratica, scorretta sia dal punto di vista della trasparenza, sia dal punto di vista prettamente tecnico e di sicurezza informatica, fa sì che Aldo sarà presto hackerato.

Infatti, alcuni hacker sono riusciti a "bucare" il forum di Voragine. Già che c'erano, sono riusciti a scaricare una copia completa di tutto il forum, con tutti i post, i commenti, e anche i profili degli utenti. Assieme ai profili degli utenti, sono anche riusciti a copiare il database ( la lista completa ) di username e password. Purtroppo, il forum di Voragine conservava tutte le password dei propri utenti "in chiaro" senza nessun tipo di crittografia al loro interno. Ovvero, Voragine aveva implementato a livello tecnico un database di "utenti" con tutte le informazioni leggibili senza problemi così come è possibile leggere questo articolo in questo momento.

Cosa succede quindi adesso? Questi hacker ( i ladri che hanno rubato le chiavi di casa, nell'esempio di prima ) sono a conoscenza di informazioni fortemente delicate. Gli hacker sanno che le informazioni trafugate possono portare loro maggior profitto, e quindi iniziano a fare alcuni tentativi "al buio" per vedere se riescono ad hackerare qualcos'altro con i dati a disposizione.

Sanno che Aldo adesso usa una email di Gmail che si chiama "[email protected]", perchè sono riusciti a leggerlo dal profilo di Aldo sui dati scaricati poco fa in maniera illecita. Sanno anche la password che Aldo usava su Voragine per effettuare l'accesso. Quindi, perchè non provare ad effettuare un login su Gmail con "[email protected]" e con la password "13gennaio1978" che usava Aldo sul forum? Purtroppo per Aldo, gli hacker hanno fatto un ragionamento corretto. Ora gli hacker sono riusciti ad entrare nella sua casella di posta elettronica.

E così si chiude il cerchio. Ora gli hacker hanno a disposizione un account email completo, non solo di Aldo, ma di tutti gli utenti di Voragine che purtroppo utilizzavano questo sistema scorretto di condivisione della stessa password dappertutto. Gli hacker sanno che un account di email, come quello di Aldo, conterrà moltissime informazioni critiche al suo interno, come ad esempio tutte le email di registrazione a tutti gli altri servizi online di Aldo, ad esempio Paypal, Amazon, Ebay, con tutti i nomi utente per effettuare il login dentro i rispettivi servizi ( ogni email di conferma registrazione contiene infatti almeno una informazione di questo tipo ). Quindi, gli hacker proveranno ad effettuare degli altri tentativi di login, sempre supponendo che Aldo stia continuando ad usare sempre la stessa famigerata password dappertutto. E infatti, così è. Gli hacker riescono ad entrare praticamente ovunque.
Quindi, Aldo, ignaro di tutto quanto, continua a vivere la sua vita online "tranquillo" dal punto di vista della sicurezza perchè presume che la sua password sia presumibilmente complicata da individuare. Però non sa che, grazie ad una falla di un sito nel quale era stato registrato, ora i suoi dati online sono messi pericolosamente a rischio.

Ecco spiegato, grazie al povero Aldo nel nostro esempio, un prototipo di "hacking tipo" che viene effettuato grazie ad hacking fatto su altro sito terzo, che porta poi alla scoperta di altre informazioni critiche sugli utenti, che sono di fatto vittime "ignare" di questo processo, perchè non possono essere nè a conoscenza delle grosse falle di implementazione dei sistemi di login dei siti sui quali effettuano registrazione, nè possono conoscere il fatto che alcuni hacker hanno appena trafugato dati da un sito su cui sono registrati.

Con questo articolo, volevo porre all'attenzione il problema della "condivisione di password identiche tra siti differenti". Il taglio dell'articolo è stato molto poco tecnico, di proposito, per permettere a chiunque di capire la gravità del problema.

Su questo sito, nella categoria "Sicurezza Informatica" troverete altri articoli importanti e interessanti per capire cosa fare e cosa non fare con le vostre credenziali di login in giro per la rete.