Nel contesto delle piccole e medie imprese italiane, è purtroppo comune assistere a una gestione - per così dire - "informale" dell’infrastruttura IT. Spinti da logiche di risparmio a breve termine o da una percezione distorta del valore del supporto tecnologico, molti imprenditori si affidano a figure prive di specializzazione per la gestione di componenti critici del proprio sistema informativo. Una scelta che, a fronte di un’apparente convenienza iniziale, può trasformarsi in un rischio sistemico concreto e in un costo elevato per l’azienda.
Sto parlando del famoso "cugino" che si occupa di informatica, il "sedicente tecnico" che "sa come funziona", o il Dipendente che "ha fatto un corso online" non sono figure professionali in grado di garantire un’infrastruttura IT sicura, performante e conforme alle normative vigenti.
La gestione dell’IT richiede competenze specifiche, aggiornamento continuo e una visione d’insieme che solo un professionista esperto può fornire.
Il falso risparmio delle scelte basata sul costo e non sul valore
Affidare la gestione della propria infrastruttura IT a personale non certificato o a risorse improvvisate può sembrare una soluzione funzionale nel breve termine. Tuttavia, i danni che derivano da configurazioni errate, manutenzioni inadeguate o assenza di policy di sicurezza strutturate si manifestano inevitabilmente, sotto forma di blocchi operativi, vulnerabilità, violazioni normative o perdita di dati. Come illustrato nel mio profilo professionale, ritengo che una gestione IT competente sia da considerarsi una colonna portante dell’affidabilità e della continuità aziendale.
Sicurezza informatica: un settore che non ammette approssimazioni
L’ecosistema delle minacce informatiche evolve quotidianamente. Ogni componente dell’infrastruttura – dal sistema operativo, al server web, fino ai database – rappresenta un potenziale vettore d’attacco se non correttamente configurato e mantenuto. Ad esempio, personale operativo (o collaboratori esterni) non aggiornato/i sulle vulnerabilità CVE, sulle buone pratiche di hardening dei sistemi o sulle tecniche di contenimento del danno (es. segmentazione della rete, policy di accesso minimi privilegi) non sono in grado di offrire un livello di protezione accettabile.
Il rischio? Intrusioni, ransomware, esposizione di dati personali, e violazioni gravi della normativa GDPR o NIS2, oltre che inefficienza, codice sorgente non mantenibile (o che funziona solo su una ed una sola specifica configurazione sistemistica), e reputazione aziendale compromessa. Questi scenari non sono ipotesi teoriche, ma incidenti documentati con cadenza quotidiana. Se la sicurezza dei tuoi dati ti preoccupa e vuoi una valutazione professionale della tua situazione, non esitare a contattarmi per una consulenza specializzata.
Hai bisogno di un esempio recente e concreto? Basta leggere cosa è successo ad Eprice per rendersi conto di quanto possa essere devastante un attacco informatico. Tempi recenti, stiamo parlando del 30 Marzo 2025.
Efficienza operativa e ottimizzazione: l’IT come vettore di produttività
Una gestione inefficiente delle risorse IT porta, inevitabilmente, a rallentamenti, downtime non pianificati, e scarsa reattività nel gestire le criticità. Questi problemi impattano direttamente sulla produttività interna, impedendo ai dipendenti di lavorare in modo fluido e interrompendo attività core aziendali. La mancanza di una visione d’insieme su rete, storage, sistema informativo e software gestionali porta a "silos tecnologici", configurazioni incoerenti e carenze strutturali.
Un’infrastruttura ottimizzata richiede competenze trasversali: networking, cybersecurity, automazione, scripting, monitoring. Solo un professionista esperto è in grado di coniugare performance e sicurezza, adottando strumenti avanzati come backup incrementali off-site, containerizzazione delle applicazioni, e automazione delle patch di sistema.
Perdita di dati: un rischio inaccettabile
La perdita di dati, parziale o totale, è uno degli scenari più temuti – e, purtroppo, più frequenti – tra le PMI con infrastrutture non gestite professionalmente. L’assenza di strategie strutturate di backup e disaster recovery espone l’azienda a rischi altissimi, spesso non coperti nemmeno da assicurazioni informatiche o piani di continuità operativa.
Un professionista progetta soluzioni di backup distribuite (on-premises e cloud), automatizzate, monitorate e testate periodicamente. L’obiettivo non è solo salvare i dati, ma garantirne la restituibilità certa in tempi definiti (Recovery Time Objective) e in modalità funzionali (Recovery Point Objective).
Peraltro, la perdita di dati, se facenti parte il (vasto) mondo di quelli sensibili, può portare a sanzioni pesanti in caso di violazione del GDPR. La gestione dei dati deve essere una priorità assoluta, e non un aspetto secondario.
Scalabilità: l’infrastruttura deve crescere con la tua azienda
Un altro limite della gestione IT non specializzata è l’impossibilità di progettare sistemi scalabili. Molti ambienti crescono in modo disordinato: server sovraccarichi, applicazioni legacy non manutenute, assenza di strumenti di orchestrazione o monitoring. Questo scenario frena l’adozione di nuove tecnologie, impedisce l’integrazione con fornitori esterni e rende vulnerabili anche le semplici espansioni di business.
O peggio, PMI che basano il loro core business su infrastrutture IT dedicando meno del 1% del fatturato a questo aspetto. Un errore che può costare caro, in termini di downtime, perdita di dati, inefficienza operativa e, in ultima analisi, reputazione aziendale.
Una progettazione moderna dell’infrastruttura deve essere modulare, ridondata, osservabile e predisposta alla crescita. Un contractor esperto sa valutare i carichi attuali, prevedere i trend futuri, e proporre soluzioni scalabili: da un’infrastruttura ibrida (cloud + locale) fino alla containerizzazione delle applicazioni mission-critical.
Conformità: un aspetto tecnico e legale da non trascurare
Il panorama normativo europeo impone standard sempre più stringenti in materia di protezione dei dati e gestione dell’infrastruttura informatica. Il GDPR, la Direttiva NIS2, e in prospettiva il Cyber Resilience Act, definiscono obblighi chiari per le aziende: logging, tracciabilità, protezione dei dati, continuità del servizio.
Un’implementazione approssimativa dell’IT – senza sistemi di auditing, senza aggiornamenti regolari, senza gestione degli accessi privilegiati – espone l’azienda a sanzioni anche molto rilevanti. Un professionista esperto non solo conosce queste normative, ma è in grado di integrare strumenti e policy che rendono il sistema conforme e verificabile.
Riguardo la Compliance NIS2, ho redatto una campagna divulgativa molto dettagliata nominata NIS2 Awareness - Dettagli tecnico/operativi sulla Direttiva UE 2022/2555. Dedica un pò del tuo tempo a prendere consapevolezza sull'argomento: è vitale per il tuo business, anche se la tua azienda non dovesse rientrare nel campo d'applicazione normativo.
Il ruolo strategico del Contractor IT: più di un tecnico, un alleato
Affidarsi a un contractor esperto non significa semplicemente “delegare i problemi tecnici”, ma costruire un rapporto strategico. Un professionista qualificato offre competenze trasversali, aggiornamento continuo, esperienza sul campo e visione d’insieme.
Un contractor professionista può:
- Eseguire un audit tecnico completo: Identificare lacune nella sicurezza, nella configurazione dei sistemi, nelle pratiche operative.
- Progettare un'infrastruttura su misura: Proporre architetture coerenti, stabili, con ambienti di test, staging e produzione ben separati.
- Automatizzare attività ripetitive: Ridurre l’errore umano e migliorare la coerenza operativa tramite strumenti come Ansible, Puppet o shell scripting avanzato.
- Introdurre sistemi di monitoraggio e alerting: Grazie a stack come Prometheus + Grafana o soluzioni come Zabbix, Nagios, Uptime Kuma.
- Definire policy di sicurezza: Firewall ben configurati, autenticazione a due fattori (2FA), segmentazione VLAN, gestione accessi privilegiati (PAM).
- Implementare logica di business continuity: Sistemi di failover, backup distribuiti, piani di recovery documentati e testabili.
- Formare e supportare il personale: L’IT non si ferma all’infrastruttura. Un contractor competente supporta anche i processi aziendali.
L’approccio improvvisato non è compatibile in nessun settore
L’idea che “basta far funzionare i computer” è oggi una visione superata. L’IT è un abilitatore di business. Supporta le vendite, la produzione, la gestione amministrativa, le relazioni con i clienti. Trattarlo come un elemento secondario o accessorio significa mettere in pericolo la stabilità dell’intero ecosistema aziendale.
Ad esempio, solo per citare uno dei numerosi aspetti, come ho illustrato in questo articolo dedicato al codice obsoleto, l’accumulo di decisioni tecniche scorrette nel tempo – il cosiddetto debito tecnico – si paga con interessi sempre più salati. Una gestione professionale, invece, agisce in ottica predittiva e sistemica, riducendo i rischi prima che si manifestino e creando le condizioni per una crescita sostenibile.
Investi nella professionalità: una scelta che fa la differenza
In un mercato competitivo e ad alta intensità tecnologica, la qualità della tua infrastruttura IT è un vantaggio competitivo reale. Non è più sufficiente che “tutto funzioni”; serve che funzioni bene, in modo sicuro, scalabile, manutenibile e conforme alle normative. E questo richiede professionalità.
Non lasciare che l’improvvisazione tecnica ostacoli la crescita della tua azienda. Se sei pronto a fare il salto di qualità e a dare alla tua infrastruttura IT la professionalità che merita, non esitare a contattarmi per una chiacchierata senza impegno. Insieme possiamo costruire un futuro digitale solido e sicuro per la tua azienda.